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STEFANO OLIVIERI

Head Of Financial control at Ducati Motor Holding


 

Intervista a cura di:

Giulia Ferito

Alice Scarpellino

Tiziana Simeoni


 

Che cosa l’ha ispirata a scegliere un percorso di studi ingegneria?

Ho studiato Ingegneria perché è una facoltà che fornisce una formazione molto solida e trasversale e offre molteplici opportunità di carriera. Ho completato la laurea triennale in ingegneria informatica e poi ho cambiato indirizzo per la magistrale, scegliendo ingegneria dei sistemi delle tecnologie e dell’informazione, che includeva esami sovrapposti con ingegneria gestionale. In ogni caso trovo che ingegneria gestionale abbia molte sovrapposizioni con la Facoltà di Economia (specie nella Laurea Specialistica). All'inizio del mio percorso professionale, ho lavorato come consulente nell’area della business intelligence e nella reingegnerizzazione dei processi aziendali. Nello specifico stiamo parlando dei sistemi di supporto ai processi decisionali. L'acronimo inglese è EPM o CPM, che significa “Enterprise Performance Management”; cioè sistemi finalizzati alla gestione delle performance aziendali. Diversamente dai sistemi gestionali (come SAP ECC o altri), che gestiscono i processi transazionali i sistemi EPM trattano i dati aggregati per analizzare i trend, come ad esempio le performance aziendali rispetto all'anno precedente oal Budget. Questo tema è molto rilevante nell'analisi economica e finanziaria aziendale, poiché si parte dal vertice della piramide (dato di sintesi) per poi scendere verso la base (dato transazionale). Nel tempo, ho sviluppato un interesse profondo per il Performance Management ed i processi aziendali di Pianificazione, approfondendone sia la tecnologia a supporto che il contenuto. Questo mi ha portato alla funzione diBusiness Controlling, dove lavoro da oltre dieci anni. Continuando a rispondere alla domanda, ho ottenuto una specializzazione ulteriore oltre alla Laurea quinquennale. Nel 2017, a 36 anni, ho completato un M.B.A. Executive alla Bologna Business School, un passo molto rilevante che ha contribuito significativamente alla mia posizione attuale. Questo programma, offerto selettivamente da Ducati come parte di un piano di sviluppo dei talenti, mi è stato particolarmente utile. L’M.B.A. è stato importante perché mi ha fornito una visione trasversale dei diversi ambiti aziendali, dalla logistica alla produzione e al marketing, permettendomi di ottenere un aggiornamento delle mie competenze diversi anni dopo la laurea. Inoltre, mi ha facilitato nel networking con persone provenienti da industrie diverse, arricchendomi dal punto di vista personale e professionale.


Ho visto dal suo profilo LinkedIn che ha studiato alla Kyoto University. È stato lì come studente?

Ero all’ultimo anno della specialistica quando è stato pubblicato un bando Overseas per sviluppare la tesi all’estero. Ho colto l’opportunità e ho trascorso 4 mesi alla Kyoto University. Questa esperienza è stata altamente formativa e molto interessante, sia dal punto di vista personale che accademico, poiché ho sviluppato la mia tesi interamente in inglese in un ambiente molto diverso rispetto a quello a cui ero abituato. Infatti, la maggiore sfida è stata proprio l’adattamento culturale, poiché il contesto giapponese presenta un approccio alle relazioni interpersonali radicalmente differente dal nostro. Questo mi ha insegnato l'importanza di adattare il mio comportamento per raggiungere gli obiettivi, senza necessariamente rinunciare alla mia autenticità. La lezione appresa in Giappone, ovvero l’adattamento del proprio comportamento sulla base all’interlocutore, è un achievement personale che ricordo con piacere: non significa in alcun modo rinunciare alla propria identità ma mostrare rispetto per le culture diverse dalle nostre: un aspetto fondamentale sia nella vita personale che in ambito professionale.


Ha svolto tirocinio o esperienze lavorative durante gli studi? Se sì, quanto sono stati importanti per il Suo percorso professionale?

Sì, dopo la triennale, ho svolto un tirocinio curriculare in azienda. È stato formativo perché è stato il primo punto di contatto con il mondo lavorativo, e già lì ho potuto notare le differenze tra l'università e illavoro. Le dinamiche universitarie sono molto diverse da quelle aziendali. Ad esempio, i meccanismidecisionali all’interno dell’azienda non mi erano così chiari prima di questa esperienza. All'università, tutto segue ritmi cadenzati: c’è il corso da preparare, l’esame, e si va avanti. In azienda, invece, la vita è più simile a una maratona; l'energia che devi mettere nel quotidiano è diversa. Quel tirocinio mi ha aiutato a capire meglio le varie funzioni presenti all’interno dell’azienda e come queste interagiscono tra loro. Inoltre, ho imparato a relazionarmi con i superiori e a gestire obiettivi assegnati, cosa che richiede proattività e senso dell’organizzazione, diversamente dall’università dove la gestione del tempoè quasi totalmente autonoma ed indipendente. In azienda, è fondamentale capire come coinvolgere le persone giuste per raggiungere gli obiettivi, un compito complesso che richiede rispetto, tempi e modi appropriati. Questo è un aspetto molto diverso rispetto all’università, dove il lavoro è maggiormente individuale. Nel mio ruolo attuale cerco sempre di infondere ordine, criterio e metodo, anche se ci sono sempre imprevisti che possono richiedere una riorganizzazione dei piani. Eventi esterni, come ad esempio il recente rialzo dell'inflazione o il blocco del Canale di Suez, e interni, come ritardi nei progetti, possono sempre accadere. L’essenza del Business Controlling è intercettare gli ostacoli il prima possibile e riallineare continuamente strategia ed esecuzione per restare sulla rotta tracciata. Quando sviluppiamo un Business Case, si tracciano soluzioni sulla base di assunzioni, ma spesso la realtà è diversa. La parte più interessante del nostro lavoro è proprio come affrontare i cambiamenti inattesi perché per questo non esistono soluzioni predefinite ma, al contrario, vanno continuamente contestualizzate all’ambiente circostante.


Quali sono state le principali sfide che ha affrontato nel suo primo ruolo in Ducati?

In quel ruolo, la più grande sfida è stata entrare in un’azienda che stava cambiando profondamente i propri processi e la propria struttura attraverso un cambio di proprietà. Questa fase di transizione coinvolgeva non solo il sistema gestionale (SAP), ma anche i sistemi Finance per il performance management. L'implementazione di questi sistemi più moderni era infatti considerata essere cruciale per migliorare la gestione delle performance aziendali. Infatti, per poter fare steering efficace, è necessario avere sistemi e strutture che permettano di monitorare e analizzare mensilmente le performance di ogni dipartimento, identificando puntualmente cosa stia funzionando e cosa invece no. La difficoltà principale in quel momento era duplice: dovevo imparare i meccanismi del business e la struttura dell’azienda (e i suoi dipartimenti), per poi integrare questa conoscenza nei nuovi sistemi. Così, ho avuto l'opportunità di apprendere nei dettagli i nuovi processi implementati nei sistemi, il che mi ha avvantaggiato nei ruoli successivi.


Qual è l’aspetto più gratificante del suo lavoro in Ducati e come si sente al successo complessivo dell’azienda?

L’aspetto più gratificante è semplice: come membri dello staff, simili a quelli delle risorse umane, partecipiamo ai meeting e veniamo coinvolti in molte riunioni trasversali. Le persone ci cercano perché vedono in noi (come Controller) un contributo di valore alla discussione, una visione complementare alla loro che arricchisce il risultato finale. Questo è gratificante perché dimostra che non siamo isolati nella nostra funzione, ma siamo considerati come veri business partners. L’alto coinvolgimento del Controlling nelle discussioni e nei tavoli di lavoro indica che stiamo facendo bene il nostro dovere, portando valore aggiunto. Per farlo bene, a mio parere, serve umiltà, capacità di supportare e dare il proprio contributo senza risultare invadenti o supponenti. Quando ci riuniamo per risolvere un problema, formiamo un team complementare con competenze tecniche diverse, che spaziano dalla logistica alla produzione alla finanza. È essenziale abbattere le barriere tra i dipartimenti e cercare la migliore idea possibile, alla fine questo è l’unica cosa che conta davvero. Penso che approcciarsi con spirito di servizio e andare oltre i propri compiti, mi riferisco al cosiddetto "extra mile", può fare veramente la differenza nel raggiungere gli obiettivi.


Quali altre competenze ritiene siano necessarie per lavorare nel campo del planning e del controlling?

Serve una grande curiosità. La cosa veramente interessante di questo ruolo è il poter spaziare trasversalmente sulle logiche di dipartimenti diversi che hanno specificità ben definite: dalla complessità ingegneristica della ricerca e sviluppo alle riunioni di marketing per declinare la strategia di posizionamento del Brand sino ad interagire con il modo di Ducati Corse e del motorsport. Infatti, le dinamiche produttive sono molto diverse da quelle commerciali e di marketing, ma poter avere accesso a questi ambiti e alle persone che li interpretano quotidianamente, è davvero un arricchimento molto potente sotto diversi punti di vista. Questo mi riporta all'esperienza vissuta in Giappone: l’importanza di saper leggere il contesto circostante e regolare di conseguenza la propria strategia. Un approccio univoco non funzionerebbe, è necessario quindi adattarsi e rimodulare il proprio approccio.


Com'è cambiato il suo ruolo in Ducati nel corso degli anni equali sono stati i passaggi più significativi della sua carriera?

Sono entrato nel dipartimento di Digital Transformation e IT con il compito specifico di gestire un progetto di implementazione di un nuovo sistema EPM, un'operazione piuttosto complessa che ha richiesto un paio d'anni. Dopo circa quattro anni, osservando dall’interno le dinamiche aziendali sono entrato a far parte del Controlling. Avevo espresso il desiderio di passare al mondo del Finance e, quando siamo stati acquisiti da Audi nel 2012, le posizioni aperte si sono moltiplicate. Grazie alla fiducia acquisita sono stato perciò selezionato per una di queste posizioni, ma ciò è stato possibile perché avevo già manifestato quel desiderio e lavorato in quella direzione. Devi lavorare in anticipo affinché, quando l'opportunità si presenta, tu sia pronto a sfruttarla.


Senza l'acquisizione di Audi avrebbe comunque fatto richiesta?

Sì, avrei comunque fatto richiesta in qualche modo, ma doveva concretizzarsi l’opportunità. A volte, un aiuto esterno può essere determinante. Nei tre anni precedenti, mi era diventato chiaro progressivamente quale dovesse essere il prossimo passo. Una volta che il sistema era attivo e funzionante, si aprivano due strade: avrei potuto continuare come project manager, magari espandendo il mio perimetro nella parte IT, gestendo nuovi progetti o implementando nuove caratteristiche al sistema, seguendo una carriera verticale all’interno della direzione IT. Tuttavia, sentivo che mancava qualcosa: non stavo incidendo sulle decisioni aziendali come avrei voluto. Volevo comprendere meglio le dinamiche aziendali, non solo quelle riflesse nel sistema, ma partecipare attivamente allo steering dell’azienda, un obiettivo molto ambizioso. La funzione primaria del controlling è saper leggere lo stato attuale della performance aziendale e fornire poi la prospettiva delle tendenze future. Il controlling riguarda più il prossimo anno, i prossimi due anni, l'indirizzo strategico aziendale. Rappresentare in modo chiaro e nitido al top management come i vari fattori interni ed esterni influenzano la performance aziendale, e discutere le decisioni da prendere, è ciò che mi affascinava. Partecipare allo steering significa dare una rappresentazione chiara di come i fatti impattano sull'azienda, per permettere al Top Management di prendere decisioni informate e logiche soppesando ogni fattore. Questa rappresentazione è fondamentale poiché i top manager usano queste informazioni per decidere. È quindi una grande responsabilità, richiede integrità, trasparenza ed equità verso le persone. Anche quando si devono discutere problemi scomodi, è essenziale farli emergere nei tempi e nei modi concordati, sempre nel rispetto delle persone, dando una rappresentazione oggettiva e veritiera.


Come si evolvono le sue responsabilità finanziarie in relazione alle strategie di crescita e di espansione di Ducati?

Fondamentalmente, l'area Controlling abbraccia la responsabilità di tutta la parte di management accounting e quindi del reporting gestionale del gruppo, sia per il P&L, sia per la parte di NWC e cash flow. Include anche l’intero processo di pianificazione, per i vari scenari di budget o planning round e forecast annuale. Ci occupiamo di un'analisi dettagliata del conto economico, con un focus sugli investimenti e la gestione dei flussi di cassa, inclusi crediti, debiti e magazzino. Quello che consiglio alla mia squadra è di dare un target finanziario verificandone prima la sua fattibilità nel contesto del business. I controller non devono rimanere in ufficio isolati; devono lavorare accanto ai propri interlocutori, capire le problematiche del business insieme ai responsabili, e risolvere i problemi con un approccio collaborativo. Se ci si limita a riportare un problema senza comprenderne a fondo le cause è impossibile proporre una soluzione.


Quali strategie adottate per gestire il rischio finanziario in un settore ad alta volatilità come quello delle moto?

Dipende da quale rischio parliamo. Ad esempio, per il rischio valutario utilizziamo strumenti derivati che ci permettono di compensare adeguatamente questo tipo di rischio.


Nello specifico, come affrontare il rischio rispetto ai competitor, ad esempio, quando nello stesso mese viene lanciata una moto Ducati e una moto BMW?

Nel settore automotive è fondamentale ricordare che le dinamiche dello sviluppo prodotto sono abbastanza dilatate nel tempo. Per esempio, se oggi ho un'idea tecnicamente rivoluzionaria, dovrò affrontare un progetto che si estende su un arco temporale di circa 4-5 anni, una caratteristica peculiare di questo settore. Il punto centrale di questa riflessione riguardo l’approccio verso il mercato è quindi da ricercarsi nella strategia che Ducati vuole perseguire nel medio termine al fine di consolidare e rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento anche in un contesto esterno mutevole come quello attuale. Quanto è importante la vittoria di Ducati in MotoGP e Superbike per la vendita delle moto? Il risultato di Ducati nel motorsport è fondamentale anche per i risultati commerciali per almeno due motivi. Il primo motivo è il fatto che i nostri clienti sono ovviamente appassionati e grandi conoscitori delle caratteristiche tecniche del prodotto. Il fatto di poter offrire nelle moto di serie soluzioni tecniche raffinate che vengono direttamente derivate da quelle sviluppate, con successo, in pista è senza dubbio un grandissimo valore aggiunto che ci viene riconosciuto trasversalmente. Il secondo motivo è il tratto emozionale delle gare: poche altre cose (nel mondo del Marketing) possono essere in grado di catalizzare l’attenzione mediatica allo stesso modo e con lo stesso appeal. La vittoria di Pecco Bagnaia al Mugello del 2 Giugno scorso è il perfetto esempio di quanto appena detto. rappresenta un'emozione autentica e palpabile. Non si tratta di uno spot o di una promozione qualsiasi; è qualcosa di profondamente significativo e distintivo che si è conquistato sul campo.


Come si celebra il successo finanziario in Ducati? Ha qualche aneddoto di un momento di grande gioia e soddisfazione del suo lavoro?

Nel settore finanziario, è comune affrontare periodi di intensa attività senza molte pause durante l’anno. Per esempio, durante le vacanze natalizie, subito dopo Capodanno, dobbiamo rientrare al lavoro perché il closing dell’anno rappresenta il momento di maggiore tensione. Questo periodo è cruciale perché riflette la realizzazione finale delle previsioni fatte durante l’anno. La chiusura dell’anno fornisce un dato finale che è ciò che conta realmente. Per questa ragione la tensione è alta fino ai primi giorni di gennaio. Mentre l’azienda è chiusa ed il resto delle persone sono in ferie, il team Finance è al lavoro. Questo crea un forte spirito di squadra: coesione e condivisione. Infine, quando finalmente abbiamo la chiusura con tutte le NSCs consolidate e i risultati corrispondono alle previsioni, possiamo dimostrare con solidità al management che le previsioni fatte erano accurate. In quel momento, la tensione cala, e c'è una grande soddisfazione. Tutti si rilassano, e nei giorni successivi ci si concede un pranzo fuori insieme. Durante questa fase, la squadra è particolarmente coesa e unita. Chi lavora in questo ambito sa che le tempistiche sono strette per definizione, ma è anche un’opportunità permettersi alla prova e migliorare costantemente.


Quali consigli darebbe a chi ha in mente di laurearsi e a chi vorrebbe intraprendere una carriera simile alla sua?

Il primo consiglio è di non accettare il primo lavoro che viene offerto, anche se questo può andare contro l’idea di essere umili e di cercare di ottenere il massimo da ogni situazione. Il percorso professionale che verrà intrapreso da un neolaureato nei prossimi 4 o 5 anni è cruciale per il futuro. È importante valutare attentamente ogni opportunità in relazione alle aspirazioni future e contestualizzare sempre la decisione attuale con l’obiettivo di medio termine. Serve chiedersi costantemente quale sia il proprio obiettivo di carriera nel medio termine e quale passo (anche minimo) dovrei fare oggi per avvicinarmici. A mio parere è preferibile spaziare e acquisire una visione ampia all'inizio della carriera, poiché è improbabile trovare un’azienda in cui restare per tutta la vita. Il punto è cercare sempre opportunità cheti permettano di apprendere e crescere. I primi cinque anni sono cruciali per costruire la tua carriera e capire verso quale direzione vuoi andare. Un ambiente di lavoro strutturato ti offre più possibilità di esplorare e decidere il tuo percorso futuro. Se hai l'opportunità di entrare in un'azienda come Ducati, è senz'altro un ottimo inizio. Un secondo punto fondamentale è la curiosità. La curiosità ti spinge ad approfondire vari aspetti del lavoro. Essere curiosi ti aiuta a trovare collegamenti tra le diverse aree e a scoprire se un particolare campo potrebbe interessarti. Se scopri che un'area come gli acquisti ti affascina, inizia a focalizzare le tue energie per raggiungere quel traguardo. Continua a farti domande e a confrontarti con te stesso per chiarire quali sono i tuoi obiettivi di fondo. Questa fase di introspezione è impegnativa e richiede forte dedizione. Trovare un allineamento tra le tue aspirazioni e le tue azioni è cruciale per una carriera soddisfacente e di successo.


Utilizzando un’unica parola, qual è il segreto del suo lavoro?

Disponibilità. Per eccellere in questo lavoro, è fondamentale mettersi al servizio degli altri. Il nostro ente segue questa direzione. Noi forniamo consulenza aziendale alle diverse aree con umiltà, mantenendo però sempre un approccio aperto e costruttivo. Non dobbiamo imporci, ma essere disponibili, pronti ad ascoltare, a riconoscere i nostri errori. È così che si guadagna la fiducia degli altri. E quando vieni invitato a un tavolo dove non era originariamente previsto che ci fossi, quella è una grande soddisfazione.


Stefano Olivieri,

Head Of Financial Control at Ducati Motor Holding


A cura di:

Giulia Ferito,

Tiziana Simeoni,

Alice Scarpellino,

Alex Liani,

Luca Sabella

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